Riporto di seguito un mio intervento intitolato “Lavoriamo per stare bene” e scritto in occasione dei 35 anni di vita della Comunità Il Molino, sita in Mairano di Noviglio, specializzata in percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale per persone affette da dipendenze patologiche. Trovate gli altri articoli scritti per l’occasione sul leaflet online a questo indirizzo.

<< Il percorso che ci troviamo davanti quando scegliamo di entrate in questa Comunità può spaventare, per diversi motivi. A qualcuno spaventa il distacco iniziale dai famigliari e dai cari. A qualcuno spaventa il distacco dai mezzi informatici e dai social network. A molti, moltissimi, spaventa il distacco dalle sostanze. Ad altri spaventa la convivenza. Ad alcuni spaventano gli orari che scandiscono la giornata, le regole imposte, i confini da accettare, il lavoro introspettivo che si deve intraprendere per conoscersi a fondo e non ricadere più nelle dinamiche ben conosciute dell’autodistruzione e dell’annientamento delle relazioni.

Ci piace pensare però che, se esistono cento motivi per essere spaventati, esistono altrettante motivazioni per credere di aver fatto la scelta giusta e spingerci a vicenda a fare fatica, a costruire, a ricercare quotidianamente di stare bene, di stare a contatto con le nostre emozioni, di restare all’interno delle relazioni quotidiane per quanto possiamo dare e per quanto possiamo avere, di calibrare le nostre aspettative quel tanto che basta per sospingerci ogni giorno nella nostra personalissima evoluzione psicofisica, emotiva e relazionale. Sappiamo bene che ogni regola, ogni richiamo, ogni incentivo, ogni successo è legato con gli altri.

Sappiamo che esiste un elemento della vita comunitaria al Molino che accomuna tutto ciò più di ogni altra cosa: il lavoro. Il nostro percorso inizia e continua con l’inserimento in uno dei tre ambienti di lavoro: “Manutenzione”, i cui membri si occupano della gestione di carpenteria, muratura, idraulica, elettrica e imbiancatura degli edifici della Cascina; “Allevamenti”, i cui componenti si occupano della gestione degli animali per la produzione delle uova, della carne e dei salumi; “Verde”, i cui addetti sono chiamati alla gestione stagionale e quotidiana degli orti, delle siepi, delle aiuole e dei prati della cascina. La nostra giornata è scandita dai tempi del lavoro. Dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00 siamo chiamati a portare a termine compiti necessari all’andamento positivo e costruttivo della Cascina Segrona.

Ognuno ha il suo spazio, ognuno ha il suo compito. Ognuno ha la possibilità di sperimentarsi in mansioni nelle quali ha già esperienza o nelle quali magari non si è mai trovato. Ognuno ha la possibilità di mettersi alla prova con i ritmi e i tempi di lavoro degli altri, con la propria precisione o disattenzione, con la propria voglia di fare o con la tendenza a perdere tempo. Attraverso il Lavoro, attraverso questa quotidianità, possiamo sperimentare e costruire nuovi modi di relazionarci agli altri e a noi stessi, in contatto con le nostre disperazioni e le nostre speranze, con le nostre stanchezze e le nostre energie, con i nostri limiti e le nostre capacità.

Ecco perché possiamo dire che “lavoriamo per stare bene”: oltre ai momenti comuni, oltre alle molte attività artistico-creative, oltre alle escursioni in montagna e ai corsi sportivi, oltre ai numerosi incontri terapeutici, le mansioni lavorative quotidiane sono uno dei banchi di prova più importanti ed impegnativi che ci troviamo a vivere lungo questo percorso di riabilitazione e reinserimento sociale >>.