Esperienze per uno sviluppo accurato della Persona e delle Relazioni

Tag: esperienza

Pedagogia ed attività esperienziali, nuova intervista su Instagram.

Ringraziando nuovamente l’ottima Dott.ssa e collega pedagogista Cristina Ferretti vi invitiamo ad ascoltare la nostra chiacchierata sul senso di costruire esperienze emozionali e relazionali all’interno di un percorso di consulenza pedagogica.

Ci siamo soffermati anche sull’importanza di poter rileggere in chiave evolutiva le situazioni relazionali quotidiane e sull’importanza di avere tempi e spazi relazionali dedicati per la costruzione di emozioni e memorie condivise con i propri figli e le proprie figlie.

Trovate l’intervista Instagram a questo link.

Buona visione e buon ascolto!

Pedagogia e Comunità, intervista su Instagram

Grazie ad una preziosa collega, abbiamo messo insieme una chiacchierata di circa 30 minuti sull’essere educatore socio-pedagogico in contesto comunitario.

Se volete qualche spunto di riflessione sullo “stare con”, sull’importanza di una buona supervisione, sulle fatiche emozionali e relazionali che un operatore di comunità è chiamato ad affrontare: ascoltate l’intervista e lasciatevi ispirare.

Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e supporto.

L’intervista su Instagram la trovate a questo indirizzo.

Grazie!

Occhio non vede, cuore non duole? Pedagogista ascolta.

Il Pedagogista è esperto in gestione relazionale ed in gestione emozionale. Fornisce supporto al dialogo famigliare, supporto genitoriale e supporto allo sviluppo della persona.

Per questo ha facoltà di intervenire, con la delicatezza e la decisione necessarie, in quelle situazioni che restano taciute, nascoste, volutamente mal viste in molte famiglie, nella convinzione che sia vero il detto “occhio non vede, cuore non duole” – rischiando invece di accumulare tensioni e sofferenze.

Lo fa attraverso una serie di colloqui mirati, in studio, a domicilio oppure online, con i singoli o in gruppo e, nei casi opportuni, realizzando interventi educativi ad hoc: esperienze da costruirsi e realizzarsi insieme per prendersi cura delle parti fragili e crescere in modo accurato.

Lo fa, ad esempio, in casi di comportamenti a rischio, dipendenze, ritiro sociale, autolesionismo, aggressività subita o violenza assistita, bullismo, problematiche nella gestione della rabbia, situazioni di iperattività, perdita motivazionale, disorientamento nella scelta formativa, fragilità genitoriali, difficile gestione del rapporto tra fratelli e sorelle, difficoltà nella coppia genitoriale, crisi famigliari.

La via pedagogica ed educativa offre un valido sostegno a chi, con delicatezza, non vuole più girare lo sguardo altrove.

Il lavoro come attività ergoterapica in comunità

Riporto di seguito un mio intervento intitolato “Lavoriamo per stare bene” e scritto in occasione dei 35 anni di vita della Comunità Il Molino, sita in Mairano di Noviglio, specializzata in percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale per persone affette da dipendenze patologiche. Trovate gli altri articoli scritti per l’occasione sul leaflet online a questo indirizzo.

<< Il percorso che ci troviamo davanti quando scegliamo di entrate in questa Comunità può spaventare, per diversi motivi. A qualcuno spaventa il distacco iniziale dai famigliari e dai cari. A qualcuno spaventa il distacco dai mezzi informatici e dai social network. A molti, moltissimi, spaventa il distacco dalle sostanze. Ad altri spaventa la convivenza. Ad alcuni spaventano gli orari che scandiscono la giornata, le regole imposte, i confini da accettare, il lavoro introspettivo che si deve intraprendere per conoscersi a fondo e non ricadere più nelle dinamiche ben conosciute dell’autodistruzione e dell’annientamento delle relazioni.

Ci piace pensare però che, se esistono cento motivi per essere spaventati, esistono altrettante motivazioni per credere di aver fatto la scelta giusta e spingerci a vicenda a fare fatica, a costruire, a ricercare quotidianamente di stare bene, di stare a contatto con le nostre emozioni, di restare all’interno delle relazioni quotidiane per quanto possiamo dare e per quanto possiamo avere, di calibrare le nostre aspettative quel tanto che basta per sospingerci ogni giorno nella nostra personalissima evoluzione psicofisica, emotiva e relazionale. Sappiamo bene che ogni regola, ogni richiamo, ogni incentivo, ogni successo è legato con gli altri.

Sappiamo che esiste un elemento della vita comunitaria al Molino che accomuna tutto ciò più di ogni altra cosa: il lavoro. Il nostro percorso inizia e continua con l’inserimento in uno dei tre ambienti di lavoro: “Manutenzione”, i cui membri si occupano della gestione di carpenteria, muratura, idraulica, elettrica e imbiancatura degli edifici della Cascina; “Allevamenti”, i cui componenti si occupano della gestione degli animali per la produzione delle uova, della carne e dei salumi; “Verde”, i cui addetti sono chiamati alla gestione stagionale e quotidiana degli orti, delle siepi, delle aiuole e dei prati della cascina. La nostra giornata è scandita dai tempi del lavoro. Dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00 siamo chiamati a portare a termine compiti necessari all’andamento positivo e costruttivo della Cascina Segrona.

Ognuno ha il suo spazio, ognuno ha il suo compito. Ognuno ha la possibilità di sperimentarsi in mansioni nelle quali ha già esperienza o nelle quali magari non si è mai trovato. Ognuno ha la possibilità di mettersi alla prova con i ritmi e i tempi di lavoro degli altri, con la propria precisione o disattenzione, con la propria voglia di fare o con la tendenza a perdere tempo. Attraverso il Lavoro, attraverso questa quotidianità, possiamo sperimentare e costruire nuovi modi di relazionarci agli altri e a noi stessi, in contatto con le nostre disperazioni e le nostre speranze, con le nostre stanchezze e le nostre energie, con i nostri limiti e le nostre capacità.

Ecco perché possiamo dire che “lavoriamo per stare bene”: oltre ai momenti comuni, oltre alle molte attività artistico-creative, oltre alle escursioni in montagna e ai corsi sportivi, oltre ai numerosi incontri terapeutici, le mansioni lavorative quotidiane sono uno dei banchi di prova più importanti ed impegnativi che ci troviamo a vivere lungo questo percorso di riabilitazione e reinserimento sociale >>.

Nuove pagine

Il sito si è arricchito di nuove pagine:

  • “Quale orientamento, nella quale sono descritte due direttrici teoriche che fanno da sfondo ad ogni azione proposta.
  • “Interventi… con chi?”, nella quale si descrivono in maniera essenziale alcuni degli interventi proposti per le famiglie, ed ogni componente, per gli/le insegnanti negli istituti scolastici di ogni ordine e grado e per gli studenti e le studentesse degli stessi istituti.