Ringraziando nuovamente l’ottima Dott.ssa e collega pedagogista Cristina Ferretti vi invitiamo ad ascoltare la nostra chiacchierata sul senso di costruire esperienze emozionali e relazionali all’interno di un percorso di consulenza pedagogica.
Ci siamo soffermati anche sull’importanza di poter rileggere in chiave evolutiva le situazioni relazionali quotidiane e sull’importanza di avere tempi e spazi relazionali dedicati per la costruzione di emozioni e memorie condivise con i propri figli e le proprie figlie.
Grazie ad una preziosa collega, abbiamo messo insieme una chiacchierata di circa 30 minuti sull’essere educatore socio-pedagogico in contesto comunitario.
Se volete qualche spunto di riflessione sullo “stare con”, sull’importanza di una buona supervisione, sulle fatiche emozionali e relazionali che un operatore di comunità è chiamato ad affrontare: ascoltate l’intervista e lasciatevi ispirare.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e supporto.
Il Pedagogista è esperto in gestione relazionale ed in gestione emozionale. Fornisce supporto al dialogo famigliare, supporto genitoriale e supporto allo sviluppo della persona.
Per questo ha facoltà di intervenire, con la delicatezza e la decisione necessarie, in quelle situazioni che restano taciute, nascoste, volutamente mal viste in molte famiglie, nella convinzione che sia vero il detto “occhio non vede, cuore non duole” – rischiando invece di accumulare tensioni e sofferenze.
Lo fa attraverso una serie di colloqui mirati, in studio, a domicilio oppure online, con i singoli o in gruppo e, nei casi opportuni, realizzando interventi educativi ad hoc: esperienze da costruirsi e realizzarsi insieme per prendersi cura delle parti fragili e crescere in modo accurato.
Lo fa, ad esempio, in casi di comportamenti a rischio, dipendenze, ritiro sociale, autolesionismo, aggressività subita o violenza assistita, bullismo, problematiche nella gestione della rabbia, situazioni di iperattività, perdita motivazionale, disorientamento nella scelta formativa, fragilità genitoriali, difficile gestione del rapporto tra fratelli e sorelle, difficoltà nella coppia genitoriale, crisi famigliari.
La via pedagogica ed educativa offre un valido sostegno a chi, con delicatezza, non vuole più girare lo sguardo altrove.
Riporto di seguito un mio intervento intitolato “Lavoriamo per stare bene” e scritto in occasione dei 35 anni di vita della Comunità Il Molino, sita in Mairano di Noviglio, specializzata in percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale per persone affette da dipendenze patologiche. Trovate gli altri articoli scritti per l’occasione sul leaflet online a questo indirizzo.
<< Il percorso che ci troviamo davanti quando scegliamo di entrate in questa Comunità può spaventare, per diversi motivi. A qualcuno spaventa il distacco iniziale dai famigliari e dai cari. A qualcuno spaventa il distacco dai mezzi informatici e dai social network. A molti, moltissimi, spaventa il distacco dalle sostanze. Ad altri spaventa la convivenza. Ad alcuni spaventano gli orari che scandiscono la giornata, le regole imposte, i confini da accettare, il lavoro introspettivo che si deve intraprendere per conoscersi a fondo e non ricadere più nelle dinamiche ben conosciute dell’autodistruzione e dell’annientamento delle relazioni.
Ci piace pensare però che, se
esistono cento motivi per essere spaventati, esistono altrettante motivazioni
per credere di aver fatto la scelta giusta e spingerci a vicenda a fare fatica,
a costruire, a ricercare quotidianamente di stare bene, di stare a contatto con
le nostre emozioni, di restare all’interno delle relazioni quotidiane per
quanto possiamo dare e per quanto possiamo avere, di calibrare le nostre
aspettative quel tanto che basta per sospingerci ogni giorno nella nostra
personalissima evoluzione psicofisica, emotiva e relazionale. Sappiamo bene che
ogni regola, ogni richiamo, ogni incentivo, ogni successo è legato con gli
altri.
Sappiamo che esiste un elemento
della vita comunitaria al Molino che accomuna tutto ciò più di ogni altra cosa:
il lavoro. Il nostro percorso inizia e continua con l’inserimento in uno dei
tre ambienti di lavoro: “Manutenzione”, i cui membri si occupano della gestione
di carpenteria, muratura, idraulica, elettrica e imbiancatura degli edifici
della Cascina; “Allevamenti”, i cui componenti si occupano della gestione degli
animali per la produzione delle uova, della carne e dei salumi; “Verde”, i cui
addetti sono chiamati alla gestione stagionale e quotidiana degli orti, delle
siepi, delle aiuole e dei prati della cascina. La nostra giornata è scandita
dai tempi del lavoro. Dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00 siamo
chiamati a portare a termine compiti necessari all’andamento positivo e
costruttivo della Cascina Segrona.
Ognuno ha il suo spazio, ognuno
ha il suo compito. Ognuno ha la possibilità di sperimentarsi in mansioni nelle
quali ha già esperienza o nelle quali magari non si è mai trovato. Ognuno ha la
possibilità di mettersi alla prova con i ritmi e i tempi di lavoro degli altri,
con la propria precisione o disattenzione, con la propria voglia di fare o con
la tendenza a perdere tempo. Attraverso il Lavoro, attraverso questa
quotidianità, possiamo sperimentare e costruire nuovi modi di relazionarci agli
altri e a noi stessi, in contatto con le nostre disperazioni e le nostre
speranze, con le nostre stanchezze e le nostre energie, con i nostri limiti e
le nostre capacità.
Ecco perché possiamo dire che “lavoriamo per stare bene”: oltre ai momenti comuni, oltre alle molte attività artistico-creative, oltre alle escursioni in montagna e ai corsi sportivi, oltre ai numerosi incontri terapeutici, le mansioni lavorative quotidiane sono uno dei banchi di prova più importanti ed impegnativi che ci troviamo a vivere lungo questo percorso di riabilitazione e reinserimento sociale >>.
“Quale orientamento“, nella quale sono descritte due direttrici teoriche che fanno da sfondo ad ogni azione proposta.
“Interventi… con chi?”, nella quale si descrivono in maniera essenziale alcuni degli interventi proposti per le famiglie, ed ogni componente, per gli/le insegnanti negli istituti scolastici di ogni ordine e grado e per gli studenti e le studentesse degli stessi istituti.
Dott. Tommaso Biganzoli Pedagogista ed Educatore professionale socio-pedagogico Professionista disciplinato ai sensi delle leggi n.4/2013 e n.205/2017 C.F. BGNTMS78M04C139D P.IVA 10720700961
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