Molto spesso mi trovo a ragionare, assieme alle persone di cui mi prendo cura, di quanto sia importante riconoscere giorno per giorno la quota di conforto di cui avvertiamo un profondo bisogno.
La necessità di conforto può essere una condizione sfuggevole, latente, sotterranea: quasi assomiglia ai percorsi carsici che l’acqua compie in alcune aree montane. Allo stesso modo, la quota di conforto necessaria si ripresenta, puntualmente, alla superficie e ci chiede il conto.
Spesso, ci troviamo ad adottare strategie relazionali e comportamenti non propriamente funzionali, che rischiano solamente di creare situazioni ricorsive con una grande carica attrattiva, dettata dalla “strumentalità” del risultato: coprire la sensazione di necessità di conforto con qualcosa di immediato e non duraturo.
Un percorso pedagogico, partendo dallo “stato dell’arte” delle strategie relazionali che conosciamo, dei comportamenti attrattori e dei nostri stati emotivi, aiuta a costruire un bilancio dei propri bisogni e a progettare un tracciato evolutivo funzionale.